ASPETTI STORICI
I progetti di Villa Camoletto, situata in Via Bodina 37 a Cuneo, risalgono ai primi mesi del 1912.
La villa è stata progettata dall'Ing. Chevalley su ordine del Sig. Giacinto Camoletto. L'edificio in
passato era circondato dalla campagna e dai giardini e sin dalle origini l'ingresso principale si
affacciava su Via Bodina. In primi disegni, raccolti nell'Archivio di Stato di Cuneo e risalenti al mese di
aprile del 1912, prevedevano la costruzione di una villa di due piani fuori terra per quanto riguardano
le ali laterali, e di tre piani per la parte centrale. Dalle piante e dalle sezioni rinvenute in archivio si
possono notare inoltre lievi variazioni al progetto effettuato durante la realizzazione della villa.

In origine l'ingresso principale aveva entrata dal cortile con arco e viale di platani collegato a Viale degli angeli.

ASPETTI ARCHITETTONICI
La villa è stata progettata in ogni singolo particolare. Il progetto infatti prevedeva le piante, sezioni e i
prospetti del fabbricato ed anche la progettazione interna, un esempio di interior design dei primi del
Novecento. Sono un esempio gli armadi in legno, i mancorrenti delle scale interne, i camini e le
decorazioni pavimentali e parietali, tuttora presenti e conservate all'interno della villa stessa. A
differenza dell'interno, i cui particolari sono rimasti invariati, l'esterno ha subito lievi variazioni nel
tempo. Sono comunque da evidenziare le finestre di modello medievale, l'ampio scalone esterno di
accesso e la suddivisione verticale data dalle lesene. L'esterno si riconduce ad un'architettura
rinascimentale con altana nella sezione superiore, caratterizzata da finestre bifore. Nel centro della
facciata è presente un decoro a raggiera nel quale è incassata una scultura di Madonna con Il
Bambino. Le finestre sono sormontate da un decoro a falso architrave. Dalla parte del giardino a
parterre si accede alla villa attraverso un'ampia scalinata. La villa è tuttora circondata da fabbricati
rustici che denotano l'inserimento del complesso in un contesto agricolo che determinava la gestione
del territorio circostante, di estrema periferia della città di Cuneo. La cascina con funzione gestione e
di organizzazione del territorio agricolo è stata via via, nel tempo raggiunta dall'espansione urbana.
La villa e le sue ali ora rappresentano un importante ed unico tassello di quanto sopravvive alla
periferia agricola dell'area nord della città, ora fortemente aggredita dall'attuale espansione urbana
che sempre più costruisce condomini ed edifici a più piani in un'area un tempo destinata a
campagna. Il complesso della villa costituisce oramai un unico nell'ambito cuneese degno di essere
conservato.

Giovanni Chevalley nacque a Siena l'11 ottobre 1868 e frequentò la Scuola di applicazione degli ingegneri di Torino, laureandosi nel 1891. Subito dopo la laurea si dedicò all'insegnamento, collaborando nello studio dell'architetto Carlo Ceppi che fu per lui una guida e un amico. Ristrutturò diverse ville torinesi e della cintura della città e si attivò come politico partecipando alle decisioni del Consiglio Comunale, con l'obiettivo di mantenere la città di Torino libera da opere che potevano deturparne lo stile. Nel 1943, alla caduta del regime fascista, venne nominato vicesindaco della città di Torino.

Negli ultimi anni della sua vita fu Presidente della Commissione Esecutiva per il Piano regolatore e membro della Commissione per la Riforma del Regolamento Edilizio. Giovanni Chevalley morì a Torino il 13 aprile 1954.

i dedicò alla ristrutturazione di diversi edifici di Torino tra i quali:

  • l'Ospedale S.Giovanni;
  • l'Ospedale Sant'Anna;
  • l'Ospedale Mauriziano.

Riprogettò e ristrutturò molte ville della città, diverse chiese, la sede della Banca d'Italia e numerosi palazzi e castelli nella cintura di Torino (tra i quali il Castello Balduino e quello di Introd).

I suoi interventi furono anche a Fossano, presso la sede della Cassa di Risparmio e a Sestriere, presso l'albergo Principi di Piemonte. Nel primo decennio del 1900 concluse i lavori alla Villa Rignon, con la progettazione del giardino con il e la realizzazione dell'Aranciera dalla forma semicircolare sul lato destra della villa.

Il giardino all'italiana è uno dei più importanti stili di progettazione nella storia dell'architettura del paesaggio. Il suo aspetto è caratterizzato da un disegno simmetrico ed equilibrato, che definisce spazi prospettici e quinte scenografiche. Un effetto ottenuto grazie a siepi sempreverdi tagliate con forme geometriche. Altri elementi ricorrenti sono la presenza di specchi d'acqua con fontane, pergolati, colonne, terrazze, scalinate, giardini segreti e labirinti

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